QUALCHE COMMENTO SUL CORSO DI AGGIORNAMENTO

QUALCHE COMMENTO SUL CORSO DI AGGIORNAMENTO

Restare sempre sistematicamente l’unico (e solo) a fare certe considerazioni a margine delle (rare) apparizioni dei nostri rappresentanti FIT – ora FITP – nella nostra regione, mi pesa oltremodo ma ditemi voi come si fa a tacere. L’occasione, stavolta, per restare indignato mi si è presentata dopo il corso di aggiornamento dei tecnici e dirigenti della regione MOLISE tenuto, per la prima volta nella storia, proprio a Campobasso (solitamente siamo costretti a sobbarcarci chilometri e chilometri). Trovandoci nel periodo di “vacche grasse” (non solo per via del post Sinner) il Settore Tecnico della Federtennis ha ben pensato di decentrare i vari corsi in ciascuna delle province italiane. Novità, questa, assoluta e in teoria piacevole (per gli altri). Per noi, c’è sempre qualche riflessione da fare. Salto, tanto per iniziare, i momenti in cui Michelangelo Dell’Edera ha voluto en passant testare il grado di preparazione nostro: a rispondere a qualche domanda sulla tecnica, solo un paio di insegnanti provenienti da fuori regione (al corso era presente anche qualche pugliese e/o abruzzese). Onore salvo, solo momentaneamente. Dopo un paio di minuti, infatti, lo stesso Dell’Edera ha voluto chiederci quale fosse, secondo noi, il periodo migliore dell’anno per programmare o pianificare la nuova stagione per ciò che concerne le attività da proporre all’interno delle varie scuole tennis ed ecco nuovamente a vergognarci: di programmazione o pianificazione, qui in Molise, è meglio non parlare. Non si sa cosa sia la prima né tanto meno la seconda. Ad un certo punto, poi, il responsabile della Scuola di formazione “Roberto Lombardi” s’è voluto soffermare sui numeri (ad esempio quelli delle scuole tennis e dei relativi progetti da promuovere) lamentando a chiare lettere cifre risicate e non in linea con quelle di altre regioni. Mi piacerebbe sapere se ha ben compreso come siamo ridotti (sei club rimasti attivi in regione e quando dico sei, sono già troppo generoso) e se è al corrente della percentuale, secondo me altissima, di responsabilità che sono da addossare proprio al Settore Tecnico e al C.R. che ci gestisce da anni. Venirci a spronare ad aumentare progetti e in buona sostanza ad incrementare le scuole tennis, dopo aver contribuito non poco a ridurre la nostra realtà ad una pattumiera dell’Abruzzo, mi sembra a dir poco pretenzioso. E’ come chiederci di poter correre in pista dopo che ci è stata fatta a pezzi la monoposto nei momenti pre-gara. Un secondo salto devo farlo anche sul body language di Michelangelo e sulla verve che lo ha sempre caratterizzato nelle mille arringhe: lo conosco ormai da un trentennio, lo avrò ascoltato una ventina di volte tra Simposi, corsi di formazione e altro e mai è stato così dimesso. Troppo intelligente per non comprendere che non siamo a Vicenza, Verona o Mantova. Non è qui la primavera del tennis e non si contano le volte che appoggia la sua schiena al muro in quello che mi appare un chiaro segno di resa. Se non si lasciasse prendere dalla sua consueta voglia di elogiare e di essere propositivo (nonostante tutto) che appare, mai come in questa serata, piuttosto ipocrita, gli direi anche “grazie per essere stato qui”. Ultima considerazione sulle tante scenette patetiche a cui ho assistito a fine serata: non vi dico che calca per stringere le mani del nostro Ginestra e per fare le riverenze ai signori del tennis molisano che del Molise, però, conoscono a malapena i nomi dei due capoluoghi (forse). C’è pure chi con questi vuol farsi un selfie (!) mentre obiettivo di molti è andare a raggiungere la Coppa Davis appoggiata per l’occasione sul banchetto dove si sono sistemati i nostri relatori: spiace ricordarlo ma non è proprio quella vinta lo scorso novembre (quella vera è custodita a Roma ed è un pochino più grande). Intanto fra selfie e scene di giubilo come se questo corso avesse consacrato finalmente la nostra regione a realtà dirompente del tennis nazionale, sono andato nuovamente a risolvere qualche problema (o a tentare di farlo). Rieccomi a chiedere invano udienza a Ginestra come a Dell’Edera allo scopo ultimo di far spostare il Molise dalla macroarea del Sud dove invece è inserita da anni. Le risposte lapidarie e senza senso alcuno, mi piacerebbe vi facessero riflettere “Mica possiamo cambiare noi la geografia dell’Italia?” Questo è quanto mi ha detto Dell’Edera mentre Ginestra soltanto scappando via mi ha dato qualche rassicurazione in più (aveva forse fame perché era tardi o voleva semplicemente tornarsene a casa quanto prima. Era già notte come nel nostro tennis). Dunque, se non fosse chiaro, espleto meglio: risulta più strana la mia richiesta di inserirci con L’Aquila, Teramo e Orvieto rispetto alla loro visione della geografia italiana secondo cui sarebbe più opportuno e logico mantenere le squadre molisane con Messina, Reggio Calabria, Palermo e Catania! Beati voi che vi fate foto con la Coppa Davis e stringete mani affettuosamente…

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