FONTANAVECCHIA E ISERNIA LE “NUOVE” REALTA’

FONTANAVECCHIA E ISERNIA LE “NUOVE” REALTA’

Del circoletto di Fontanavecchia ne ho parlato più e più volte su questo sito come pure in diversi articoli e finanche sul libro che ho stampato tra il 2010 e il 2011, laddove ne ho ricostruito la storia in maniera più o meno precisa. Lo staff dirigenziale è rimasto grosso modo quello di sempre con Ferro e Rainone che ad intermittenza si sono avvicendati alla guida del sodalizio mentre da un po’ di anni, forze relativamente più fresche hanno preso a guidare il comparto tennistico. Il picco del successo fu raggiunto tra il 1983 e gli inizi degli anni ’90 quando sul quel rettangolo di gioco (che era scoperto) furono organizzate diverse edizioni di un torneo riservato ai tennisti di serie C. Mimmo Asciutto inseriva nel glorioso Gran Prix molisano, il torneo di Fontavecchia che in una ipotetica classifica di gradimento dei giocatori di quell’era preistorica, non finiva di certo negli ultimi posti. Era il periodo in cui qualche soldino girava anche nel nostro tennis regionale e il movimento tennistico in generale, non aveva ancora finito di raccogliere quanto di buono – in termini di immagine – avevano seminato Panatta e Barazzutti…

I ricordi del vostro umile cronista si fanno sbiaditissimi eppure nella memoria sono ben impresse le cinquecento mila lire che bastavano a raccattare tennisti (buoni per non dire forti) anche provenienti dalla Campania e dalla Puglia. Si intenda, il tennis andava talmente forte che non sarebbe stato necessario un montepremi sfarzoso. Ho ancora davanti agli occhi l’immagine delle cinque, sei sedie con altrettanti audaci a seguire gli incontri sul tetto della storica casetta. Altri ancora si appollaiavano sulle morge che facevano da spalti! Questo, tanto per dirvi dell’entusiasmo che c’era. Poi arrivò la crisi del tennis, quella di Galgani e dei numeri. Andarono  in difficoltà il circolo di Termoli, quello di Campobasso ma un po’ in tutta Italia racchette e palline andarono a picco. Figuratevi il Fontavecchia! Durante Gli anni ‘90, solo il calcetto mantenne in vita quel campo vetrato e le attività tennistiche furono relegate a qualche sporadica iniziativa. Senza un Maestro e senza una vera scuola tennis, quel rettangolo di gioco non entrò mai in conflitto con l’A.T. ma allo stesso tempo rimase come la fidanzata mollata a pochi mesi dal matrimonio…Il campo, insomma, ha risposto sempre presente agli appassionati pur non vestendo mai panni di protagonista. Da un paio d’anni Marco Fasciano sta provando a creare un vivaio più che decoroso. Mi raccontano che i bimbetti non mancano. Possiamo almeno dire che nel capoluogo ci sono due scuole tennis (tre, se si conta anche quella di Pasquale) non male! Nello scorso week-end, Fasciano ha pure sostenuto l’idea di costruire un rodeo e tale idea ha preso forma. Della cronaca preferisco non parlarvi perché finirei per raccontarvi di qualche consueta porcheria. Accenno solo alla vittoria di Stefano Tozzi e della cronoscalata del mio amico Mauro De Simone che ha vinto due, forse tre partite ed è stato la rivelazione del torneo.

Se ci sono volute venticinque righe per ricostruire la storia del Fontavecchia, ce ne vorrebbero il quadruplo per raccontarvi quella del C.T. Isernia e allora mi limito all’essenziale che riguarda, ora come ora, il faraonico restyling messo in opera da Oreste. Ne parlo solo adesso perché il mio sopralluogo è avvenuto proprio in un sabato di questo autunno dai connotati estivi. Oreste ha preso per mano il club, gli ha cambiato fisionomia e lo ha ringiovanito. Nella vecchia club-house ci sono adesso due tre ambienti accattivanti con tavolo da ping-pong e tv per seguire gli eventi; sulle pareti gigantografie di Federer, Nadal e Djokovic e c’è pure un piccolo bar mentre all’esterno, giardinetti accoglienti con eleganti magnolie, hanno preso il posto delle putride erbacce che pendevano da lato più paludoso dell’Acqua Solfurea. In definitiva, il tutto è più cool ed anche gli odori non tradiscono: non c’è più quello acre della carte da gioco, men che meno quello del fumo, il che mi porta a concludere che una vera epurazione è stata fatta ed ora gli spazi sono a misura di bambino. I lavori di ristrutturazione hanno ovviamente riguardato gli spogliatoi come pure i campetti che sono finalmente pronti per giocate top (proprio a voler rompergli i coglioni, dico a Oreste che mancherebbe un torneo di seconda categoria se non addirittura un Open di livello. Perché no? Ci sono tutte le condizioni adesso…). Ero lì per le foto di rito ai classificati 2023. Sono uscito dal circolo compiaciuto.

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